Abbiamo fatto una bellissima intervista ad Angelo Verzini, qualche domanada sul suo "modo di fare surf" un "passato" da skateboarder e la passione per la pittura.
Reeson Stories
Angelo Verzini Foto: Verginia Masiello
(Intervista: Luca Rizzotto)
- Ciao Angelo, di solito per le “Reeson Stories” siamo soliti intervistare creativi e atleti esterni, questa volta abbiamo il piacere di intervistare uno interno al brand, che attivamente collabora da un po' di tempo con Reeson, che effetto ti fa?
AV: Ciao è un piacere! L’effetto è sempre positivo quando si fa ciò che ci piace con le persone giuste! Reeson ha creduto nelle mie capacità e mi sta dando la possibilità di collaborare con un marchio “made in Italy” che prova a fare qualcosa di diverso in questa giungla di cutcopy..
- Tu vieni dallo skateboarding, quando in Italia eravamo in pochi a skateare, raccontaci com'era lo skateboarding in quegli anni e quando hai avuto il tuo primo approccio con il surf?
(Foto Emi Mazzoni - Surf News 2010 Circa)
AV: Beh si io ho iniziato a skateare all’età di 9 anni dopo aver visto il film “Thrashin” è subito scattato l’amore! Era il 1987 ed ero un pischello ma fin da subito mi son dato da fare facendo diventare lo skateboarding una vera e propria malattia! haha!! C’era uno skateshop a Lecce in quegli anni che ha fatto molto per noi skaters e ho avuto la fortuna di essere supportato da loro fin da piccolo..
All’epoca dovevi avere veramente voglia di fare skate perché per l’opinione pubblica e per la gente in generale (in Italia poi..) eri uno sfigato! Era esattamente il contrario di quello che succede adesso, ma questa è un’altra storia.. haha!!
- Come vedi lo skateboarding fra dieci anni? ...tra Olimpiadi, Street League e Grandi Company “affamate” di skateboarding?
AV: E’ molto difficile immaginare lo Skateboarding fra 10 anni in quanto come insegna la storia tutto è ciclico e lo skate dai suoi albori ad oggi di cicli ne ha avuti molti, a volte è finito nel dimenticatoio, vedi primi anni 90’.. per poi riemergere in modo completamente differente e spesso tornare su i propri passi guardando al passato per poi essere proiettato nel futuro più incredibile (tecnicamente parlando)! Ora lo skate è mainstream come il surf e tutti i grossi brand di settore e non fanno a gomitate per usare la nostra immagine per vendere i propri prodotti provando in tutti i modi sdoganare l’immagine originale e arrivare a chiunque.. vedi il caso THRASHER…
(Foto Emi Mazzoni - Surf News 2010 Circa)
- Il mercato è definitivamente cambiato, i brands e i core shops faticano a mantenere “fedele” una propria community, come vedi questo aspetto?
AV: Purtroppo è una conseguenza del mercato e in parte ho già risposto nella domanda precedente! Dopo anni in cui nessuno ci si filava di striscio adesso tutte le grandi corporation vogliono una fetta della torta e questo va a discapito dei piccoli brands che faticano a restare a galla in una lotta impari contro i colossi dello sport.. vedi quello che è successo con NIKE, ADIDAS, VANS ecc..
- Sei un amazon dipendente oppure vai alla ricerca sempre di qualcosa di nuovo e che ti rappresenti?
AV: No, uso Amazon solo quando è veramente necessario e conveniente ma solo per prodotti che riguardano pezzi di ricambio per il mio Van (haha!!) o accessori di vario tipo mai mai per abbigliamento o cose del genere.. Sentirsi “rappresentato” da un brand oggi è veramente difficile, anche se ovviamente ci sono delle eccezioni..
- Il tuo surfing è molto “solitario”, hai avuto sempre questo approccio oppure no?
AV: Si, è una cosa che ho sempre avuto e credo riguardi la mia personalità e il mio carattere anche se ovviamente mi piace condividere i momenti più belli con i miei compagni di avventura di sempre e da qualche anno con la mia compagna Virginia che è sempre presente dentro e fuori dall’acqua!
- Per metà sei sardo, avere l'isola nel sangue ti influenza anche nella vita di tutti i giorni, in che modo?
AV: Si è vero, dalla parte di mio padre e ho vissuto in Sardegna fino all’età di 7 anni per poi trasferirmi in Salento.. non so spiegare è una cosa che senti, specialmente ogni volta che torno in terra Sarda sento di appartenere a quei luoghi e il richiamo è sempre molto forte.. mi piacerebbe molto un giorno poter tornare e magari rimanere.. chissà!
- Come vedi il surfing globale fra dieci anni?
AV: Stessa cosa che per lo skateboarding, è molto difficile rispondere a questa domanda.. spero solo che la situazione non peggiori perché la “moda” diciamo cosi, ha portato i suoi benefici per chi come me in un certo senso ci lavora con il surf.. ma allo stesso tempo anche tanta ignoranza e presunzione negli spot in giro per il mondo e ovviamente anche in Italia.. ora con le olimpiadi di mezzo l’interesse da parte di tutti si è amplificato molto e questo non so se è un bene o un male.. vedremo!
- Virginia ti accompagna spesso durante le sessions, ti fa sempre delle bellissime foto e da un po' di tempo surfa anche lei, che emozione ti da condividere una passione così forte con la tua compagna?...l'hai fatto a posta per non sentirti in colpa quando venivi rapito da una bella mareggiata e non volevi mai uscire dall'acqua?
AV: hahaha!! No a dire il vero è stata lei a voler iniziare per fortuna!! Devo dire che è una cosa bellissima poter condividere la cosa che amo di più con la persona che amo! Oltretutto come hai detto tu è anche una bravissima fotografa e riesce sempre a cogliere i momenti più belli di ogni swell.. anche se ultimamente sta diventando sempre più brava e sta più in acqua che dietro la macchina fotografica! haha!!
- Poche settimane fa al Base di Milano si è svolto il SSFF 2019 – SKATE & SURF FILM FESTIVAL, assieme al filmaker Angelo Grassi avete presentato un documentario che è arrivato in finale, puoi raccontarci meglio il progetto e com'è andata a Milano?
AV: Siamo molto contenti di essere stati selezionati per il ssff e addirittura di essere arrivati in finale con il nostro cortometraggio! Tutto è nato da un’idea del mio amico e filmmaker Angelo Stamerra, lui voleva raccontare attraverso le immagini le emozioni che noi surfisti Salentini proviamo per la nostra terra quando andiamo a surfare attraverso un racconto fatto di immagini e musica dove il surf fa da tramite.. E’ stato un processo molto spontaneo e abbiamo girato tutto durante tre mareggiate invernali senza nessuno script e nessuna “fiction”.. e sarà reso pubblico online dopo la prima premiere che faremo a Lecce a giugno!
- Con 3 Oceani state svolgendo un ottimo lavoro, raccontaci un po'
AV: 3oceani Sport center è l’unica scuola di surf ufficiale federale FISW in Puglia ed è stata fondata dal mio amico e “collega” Istruttore Carlo Morelli con il quale andai la prima associazione e scuola surf a Lecce e in Puglia nel 2006 che si chiamava Anema.. Da quest’anno collaboro attivamente con la scuola come Istruttore, la scuola si occupa principalmente di Surf da onda, Sup e Surfskate. Organizziamo Camp all’estero e molte altre cose interessanti! Date un’occhiata al sito www.3oceani.it
- Da un po' di tempo ti dedichi anche all'arte, quale è il tuo concetto di artista, ti senti più un artista o un “ricercatore” ?
AV: A dire il vero è una cosa che faccio da sempre! Ho frequentato il liceo artistico e fin da piccolo ho sempre disegnato e dipinto, poi con l’adolescenza oltre allo skateboarding è arrivata anche la musica e purtroppo ho messo da parte la pittura per molto tempo! Per fortuna negli ultimi anni è tornata la voglia di dipingere e soprattutto l’ispirazione senza la quale non si fa nulla!
Io mi sento più un ricercatore che sperimenta le proprie sensazioni e cerca di tradurle in immagini senza voler appartenere a nessuna categoria o etichetta..
- Nella tua arte vedo molta spontaneità, quella che vedo in te come persona e che vedo quando surfi, da chi sei stato ispirato nei tuoi primi lavori artistici e quali sono i tuoi artisti preferiti?
AV: Grazie per il complimento! ahaha!! Comunque si è come dici tu, la mia spontaneità credo sia dovuta proprio al fatto che tutto quello che faccio è mosso da una passione fortissima direi atavica che è con me fin da quando son nato.. Quando ero un ragazzino e andavo al liceo i primi artisti ad ispirarmi sono stati Joan Mirò, Jackson Pollock, Mark Rothko.. Loro mi hanno fatto vedere per primi le cose con occhi diversi, mi hanno fatto capire che la realtà poteva essere ingannata attraverso la pittura!
- Come nasce un tuo lavoro, ancora prima di approcciarti alla tela?
AV: Devo dire che per me il processo creativo in realtà è quasi una sofferenza..! Non sto bene finché non ho finito la tela! Di solito ho delle immagini nella testa, colori, sensazioni.. poi quando sono pronto metto la musica (che cambia in base al mio stato d’animo mentre dipingo) e inizio.. man mano che vado avanti quelle immagini gassose che avevo nella testa prendono forma sulla tela e strato dopo strato prendono vita.. I miei lavori sono fatti a strati. Vorrei è che ogni volta che qualcuno guarda un mio quadro fosse sempre come se lo vedesse per la prima volta..
- Bene Angelo, siamo arrivati alla fine di questa intervista, grazie per far parte di questa nuova Reeson Stories.
AV: Grazie a te per avermi fatto questa bella intervista!!!
Get Inspired by Reeson!
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